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Regionali siciliane: Intervista esclusiva al Senatore Antonio De Poli

By settembre 22, 2017 No Comments

Le infrastrutture in Sicilia, obiettivi prioritari della coalizione di centrodestra. Strategici per il concreto sviluppo dell’economia locale, l’alta velocità ferroviaria e il Ponte sullo Stretto di Messina. Pensieri e parole sono del senatore veneto Antonio De Poli, intervistato da L’Eco del Sud in vista delle elezioni regionali del prossimo 5 novembre. Il commissario dell’Udc nell’isola ricorda la parallela rilevanza di un adeguato sviluppo portuale in funzione dell’intercettamento dei flussi commerciali provenienti dal canale di Suez, di aeroporti di secondo livello, di una moderna rete stradale, di avanzate reti energetiche e telematiche e di un efficace sfruttamento dei finanziamenti europei. E propone la propria ricetta per un’autonomia davvero degna di questo nome, alla luce del referendum che si terrà nella sua regione il prossimo 22 ottobre.

Recentemente l’Udc, a costo di un’emorragia interna che ha provocato l’esodo dei Centristi, ha fatto una scelta di campo ben precisa, decidendo di tornare nel Centrodestra. Questo dopo averne preso le distanze in passato per allearsi al Pd. Cosa ha generato questo ritorno all’antico?

“Non si tratta di un ritorno all’antico, ‘sic et simpliciter’, ma ogni ciclo politico ha una sua  specifica caratterizzazione. In questa fase noi crediamo che sia indispensabile dare più forza alla produttività dei cittadini, destrutturando le strategie di asfissia fiscale dello Stato, che sono l’esito ‘delle strategie’ della Sinistra. Questa è una sfida non solo a livello nazionale, ma coinvolge regioni come la Sicilia, che hanno un bisogno indifferibile di sostenere l’imprenditoria”.

La Sicilia è una delle cinque regioni più povere d’Europa a causa, tra le altre cose, di una forte carenza infrastrutturale determinata sia dall’incapacità dei suoi abitanti di rappresentare i propri interessi a Roma, sia dalla volontà della politica nazionale di concentrare determinati investimenti al centro e al nord. Come invertire questo trend? Nello Musumeci sarà l’uomo giusto per far valere gli interessi dei siciliani?

“Con rammarico si riscontra la carenza della Sicilia sul fronte infrastrutturale, dovuto ad una mala gestione. Ritengo imprescindibile nelle programmate attività della nostra coalizione il giusto valore da attribuire ad obiettivi cosi prioritari. Nello Musumeci, il nostro candidato alla presidenza della regione Sicilia si pone nel solco della tradizione che si ispira alla modernizzazione infrastrutturale. Siamo consapevoli, che le infrastrutture sono la spina dorsale di ogni moderna democrazia industriale, che non può perdere le risorse previste nei capitoli di investimento extra regionali. E le infrastrutture riguardano anche  le reti  energetiche e telematiche dovendo puntare a settore diversificati”.

Sempre a proposito di infrastrutture, alta velocità ferroviaria e Ponte sullo Stretto di Messina sarebbero secondo molti esperti strategici sia per il miglioramento delle comunicazioni che per il rilancio dei commerci, grazie alla possibilità di intercettare i traffici marittimi provenienti da Suez. Lei cosa ne pensa?

“Io credo che si tratta di obiettivi strategici insostituibili. Non c’è alcun dubbio che alta velocità e Ponte sullo Stretto sono infrastrutture strategiche, indispensabili per determinare il concreto sviluppo dell’economia siciliana, che ormai da troppo tempo attende adeguate misure. Oggi la Sicilia rappresenta  un determinante  ‘hub’ fra tre continenti di reti trasportistiche, energetiche e telematiche. ll Ponte rappresenta un rilevante elemento portante dell’economia isolana. Le attività di realizzazione presentano un indubbio aumento di forza lavoro diretto e dell’indotto e la sua funzione può ben considerarsi un moltiplicatore della ricchezza, mettendo a disposizione cospicue risorse per investimenti in ogni settore. Per intercettare, i flussi in arrivo da Suez, occorre investire nel potenziamento della rete portuale, affiancandole la gestione oculata delle risorse per la funzionalità e la modernizzazione della rete stradale complessiva e delle ferrovie”.

Quali sono gli altri interventi di cui la Sicilia necessita per venire fuori dal forte ritardo in cui versa? 

“Risposta Crediamo fortemente nel capitale umano: e negli esiti positivi di istruzione, formazione professionale e ricerca. I due settori di evidente vitalità, da incoraggiare con azioni mirate sono l’agro-alimentare e il turismo ‘destagionalizzato’. Una strategia che necessita, di infrastrutture adeguate, ivi compresi gli aeroporti di secondo livello, elementi tutti in cui i fondi strutturali europei svolgono un ruolo determinante”.

Domanda La Sicilia è una regione autonoma più sulla carta che nella realtà. Il “suo” Veneto, al contrario, questa autonomia la rivendica, dimostrando spesso nei fatti di meritarla. Quale ricetta vorrebbe suggerire all’isola perché possa risollevarsi e raggiungere i livelli di efficienza e benessere della sua Regione?

“Il prossimo 22 ottobre voteremo l’autonomia del Veneto e  i nostri obiettivi sono: maggiori competenze e tasse trattenute sul territorio. La Sicilia che ha nel suo statuto le fondamentali prerogative dell’autonomia legislativa e fiscale ha avuto negli ultimi anni carenze specifiche in questa determinante risorsa per la crescita territoriale. Tale obiettivo rientra prioritariamente nel programma per le imminenti elezioni presidenziali e di rinnovo del Parlamento siciliano. Da ciò conseguirà che l’attuazione consequenziale di buone pratiche di governo daranno slancio al ricambio generazionale, al miglioramento potenziale dei servizi dovuto alla maggiore vicinanza tra amministratori e cittadini, all’utilizzo di mirati finanziamenti europei per favorire agricoltura ed imprenditoria. Si tratta oramai di una premessa ineludibile per chi andrà a governare”.

Queste elezioni regionali siciliane avranno riflessi sulle politiche del 2018 o, come sostiene Matteo Renzi, no?

“La Sicilia rappresenta un laboratorio politico, sin dai tempi del Milazzismo anticipando l’evoluzione degli scenari nazionali.  Se, come auspico, il centro- centro destra vincerà, il risultato delle elezioni regionali di certo orienterà le prossime consultazioni per rinnovare il Parlamento italiano”.

 

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